La genesi “dal basso” del Bonus Psicologo
Francesco Maesano

23.07.2022

Riceviamo e pubblichiamo con piacere l'interessante e puntuale risposta di Francesco Maesano all'articolo di Gianluca Viola pubblicato su Tropico del Cancro il 2 luglio scorso.


Caro Direttore,

nel corso del 2021 mi sono occupato del lavoro di formulazione della proposta per il Bonus Psicologo e della sua promozione al Senato, dove è stato adottato come emendamento da tutti i gruppi parlamentari. Il governo, allora, non ha ritenuto di inserirlo nella legge di bilancio. In seguito a quella bocciatura ho lanciato una petizione online per chiederne nuovamente l’approvazione. Una petizione molto fortunata, che ha ricevuto oltre 320mila firme e che ha sospinto l'inserimento del provvedimento nel cosiddetto “milleproroghe”.

Per queste ragioni le chiedo la parola dopo aver letto con interesse l'articolo di Gianluca Viola dal titolo “Bonus Psicologo e ri-politicizzazione della sofferenza psichica".

La genesi “dal basso” del Bonus Psicologo, la partnership virtuosa tra politica e attivismo che ne ha prodotto l’approvazione, sono legate alle ambizioni “comunitarie” di questo provvedimento che, nelle intenzioni ribadite in più occasioni da tutti gli attori politici coinvolti, rappresenta solo un primo passo nel cammino di costruzione di un nuovo approccio al benessere psicologico nel nostro paese.

Mi fermo volentieri, pur restando in umile ascolto, sulla soglia della questione psicoanalitica che solleva l’autore. Vorrei però limitarmi a citare Remo Bodei nelle conversazioni con Cecilia Albarella su filosofia e società a un secolo dalla nascita della psicoanalisi edite sotto il titolo di “Il dottor Freud e i nervi dell’anima”. C’è in quel testo un passaggio che riassume tante delle motivazioni che hanno portato all’approvazione del Bonus Psicologo:

Una lotta con le prestazioni degli altri è un confronto che non arricchisce molto i contendenti”

Se un approccio psicologico incisivo e preventivo non può che investire le comunità sociali nelle quali si sviluppa la vita umana, è proprio la cura di quelle comunità a rappresentare un investimento cruciale in termini di promozione del capitale umano collettivo e individuale. In quest’ottica bisognerebbe, credo, guardare al Bonus Psicologo come alla scintilla che può innescare quella ri-politicizzazione alla quale chiama il vostro articolo e che può aiutarci a costruire le strutture necessarie per depurare dalle dinamiche prestazionali-disfunzionali i luoghi della vita in comune.

E se è vero, come scrivete, che “la psiche è integralmente investita dai flussi del sociale” e che “l’immunizzazione dell'individuo” non può essere l’obiettivo finale di fronte a quella che definite “l’invivibilità della vita collettiva”, allora è altrettanto vero che serva ragionare su provvedimenti che muovano in questa direzione. E il Bonus Psicologo ne fa parte in un duplice aspetto: risponde a un’emergenza immediata e si propone di stabilizzarsi come garanzia di un diritto che definirei “personalissimo” alla terapia e che resterà attuale anche quando dovessimo riuscire a realizzare i presidi comunitari necessari.

Valutazioni che hanno un loro corrispettivo pratico già in piedi. In seguito all’approvazione del Bonus Psicologo si sta costituendo una coalizione di stakeholder che sta lavorando a una proposta di legge di iniziativa popolare articolata in cinque punti: l’istituzione della rete psicologica territoriale, l’introduzione dello psicologo di base e del servizio di psicologia scolastica, la riforma della formazione con la previsione di un trattamento economico per gli specializzandi in medicina e la stabilizzazione del Bonus Psicologo. Inoltre con questa coalizione il 30 giugno di quest’anno abbiamo offerto un servizio di tandem psicologico gratuito in piazza santi apostoli a Roma. Un’iniziativa che intendiamo replicare al più presto in altri luoghi della città e del Paese.